Per farlo, usavano tinture pericolose; una di esse era un miscuglio di succo di rabarbaro ed olio di vetriolo; il vetriolo è acido solforico puro. Questo tipo di tinture caustiche e corrosive causavano frequentemente caduta dei capelli o seri danni nel cuoio capelluto.
Benché risaltare le ciglia non era una pratica raccomandabile per una donna rispettabile nel Medioevo e nel Rinascimento, uguale trovavano forme di oscurare le sue ciglia, (o le poche che avevano), segretamente, con bacche schiacciate o con fuliggine ottenuta delle ciminiere.
< ANTICHITÀ (III) | XIX SECOLO > |
Durante l'Era Medievale, e perfino nel Rinascimento e fino al secolo 18, le ciglia non erano stilizzate. Le donne, in generale, si rimuovevano le ciglia e le sopracciglia per dargli più rilevanza a la sua fronte, che, in quell'epoca, era il tratto facciale femminile più importante.
Le donne non dovevano esibire i capelli in pubblico, e mediante vari editti ecclesiastici, la Chiesa Cattolica condannò quella pratica come un'offesa a Dio e la Chiesa, ed un peccato. Ovviamente questo includeva sopracciglia e ciglia. In generale, l'uso di trucco nel viso delle donne era un'abitudine delle prostitute.
I capelli, nella donna, era considerato un tratto erotico. Nel Medioevo, quanto più proibizioni si promulgavano, meno capelli si mostravano.